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Page history last edited by Chiara Buongiovanni 13 years, 9 months ago

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Manifesto Amministrare 2.0

                                                          

 

 

 

 

 

 

  • new ! In chiusura della non - Conferenza 2010, 18 maggio a FORUM PA 2010 - prossimi passi

 


 

 Amministrare 2.0: la costruzione partecipata di un Manifesto

 

Un’amministrazione 2.0 è un’amministrazione che si mette dalla parte dei cittadini e che, con gli stessi, stabilisce una relazione bidirezionale perché è consapevole che nessuno meglio di loro può valutare servizi e progetti, segnalare eventuali criticità, manifestare esigenze e bisogni e fare proposFoto di Stefano Corsote per soddisfarli. Ma c’è di più: è un’amministrazione che sceglie di improntare tutti i suoi processi, anche quelli interni, sui principi della condivisione e della collaborazione, di sfruttare l’intelligenza collettiva coinvolgendo le risorse a sua disposizione per migliorare la gestione interna e l’efficienza dei servizi offerti. E, infine, è un’amministrazione che sceglie di fare tutto questo sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dagli strumenti del web 2.0 e mettendoli al servizio di un nuovo approccio nei rapporti con il cittadino.

 

Il problema di partenza: la fine delle città digitali

La centralità che si vuole dare a questo processo di riflessione e di proposizione nasce dalla consapevolezza che la spinta che ha portato gli enti locali di diverse dimensioni a utilizzare il web quale strumento per migliorare la qualità dei servizi offerti alle famiglie e alle imprese sembra infatti essere irrimediabilmente rallentata. Nel 1996 le pubbliche amministrazioni on line erano una sparuta minoranza mentre, già nel 2002, la telematica aveva raggiunto in poco tempo 

la quasi totalità degli enti maggiori: comuni capoluogo, province e regioni. Se dal punto di vista quantitativo il processo è sostanzialmente completo, dal punto di vista delle funzionalità implementate, gli ultimi sei anni hanno registrato un deciso rallentamento:  la maggior parte degli attori locali ha raggiunto un primo  livello di telematizzazione quasi esclusivamente votato alla comunicazione istituzionale.

 

La fase di stallo è imputabile  ad almeno tre ordini di motivi:

1) l’abbandono della logica di governance originaria. La città digitale non può che non essere improntata su una logica collaborativa dei diversi attori locali impegnati a definire gli obiettivi per raggiungere una visione condivisa del ruolo della telematica locale. Gran parte delle iniziative, invece, si sono sviluppate come esperienze isolate dei diversi soggetti locali con pochissima propensione alla collaborazione tra soggetti diversi;

2) l’incompletezza dell’offerta. Anche dalla sola prospettiva della logica istituzionale adottata i cambiamenti e le iniziative si sono limitati ad introdurre nuove modalità (telematiche) per fornire informazioni ai cittadini o per erogare servizi. Pochissimo è stato fatto nel cosiddetto back-office, dove le nuove tecnologie avrebbero potuto portare grandi innovazioni dal punto di vista dell’efficienza e delle prassi burocratiche;

3) il fallimento delle politiche di inclusione. I servizi telematici cittadini piuttosto che favorire l’inclusione e la partecipazione tra le diverse categorie sociali e culturali hanno, a conti fatti, aumentato il divario fra queste. Alle povertà ed alle esclusioni materiali si sono aggiunte quelle tra coloro che hanno le possibilità e le capacità di accedere alle informazioni e ai servizi on line e quelli che invece sono di fatto esclusi da tale servizi per motivi culturali, sociali o strutturali.

 

A queste difficoltà tutte interne al processo di telematizzazione della pubblica amministrazione, si aggiunge il problema che scaturisce dalla frattura sempre più profonda che si è creata tra i cittadini e le istituzioni di riferimento che trova origine nella mancanza di una cultura della collaborazione e  della partecipazione. Una recente indagine realizzata da FORUM PA   sul tema della partecipazione mediata dalle nuove tecnologie (e-democracy) ha messo in evidenza  come  la scarsa diffusione di soluzioni di e-democracy tra gli enti locali sia attribuito, dal panel intervistato,  alla scarsa fiducia da parte di cittadini sull’effettiva presa in considerazione delle loro opinioni (37% degli intervistati) e allo scarso interesse per la partecipazione dei cittadini da parte degli amministratori (27%).

 

Il Manifesto Amministrare 2.0

A fronte di questa situazione complessiva ci sono però degli enti locali che hanno continuato a sperimentare le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie al fine di migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini e favorire la loro partecipazione alla gestione della cosa pubblica. Sono le amministrazioni locali che hanno promosso una telematica pubblica di secondo livello improntata su una logica relazionale e partecipativa, che hanno approfondito e applicato gli strumenti del Web 2.0, che hanno rimesso i cittadini al centro del processo di sviluppo della PA digitale. Sono un numero ridotto gli enti che si sono avventurati in questa direzione ma rappresentano una minoranza le cui esperienze possono rappresentare uno stimolo per riavviare l'intero settore. Queste amministrazioni hanno spesso implementato anche strumenti di partecipazione e di collaborazione interattivi all’interno delle stesse organizzazioni, permettendo  così la diffusione e l’arricchimento dei saperi già presenti nelle risorse umane impiegate, ma che in molti casi restano inespressi. Da qui nasce l'idea di un'iniziativa, il Manifesto Amministrare 2.0,  in grado di valorizzare l'esperienze già realizzate arrichendole dei contributi di coloro che a diverso titolo sono interessati alla diffusione di una moderna PA digitale.

 

I soggetti coinvolti

Intorno al tema federatore dell’Amministrare 2.0 si sono riuniti realtà e soggetti provenienti da esperienze diverse ma accomunati dallo stesso interesse di esplorare nuove dimensioni dell’amministrazione digitale:

-    il FORUM PA, che oramai da due anni ha avviato un percorso di approfondimento, di riflessione e di comunicazione delle esperienze innovative proposte dalla pubblica amministrazione nel campo specifico;

-    il FORMEZ, che è promotore di progetti specifici di utilizzo e diffusione di progetti che ricorrono alle tecnologie del Web 2.0;

-    il Comune di Venezia, che ha la primogenitura del termine Amministrare 2.0 essendo quello che per primo, tra gli enti pubblici e privati, è passato dalla teoria alla prassi proponendo servizi concreti di nuova cittadinanza digitale;

-    un primo nucleo di città italiane (Monza, Parma, Reggio Emilia, Trieste e Udine) che ha deciso di partecipare alla riflessione arricchendola di spunti che provengono dall’amministrazione quotidiana dei rapporti con i cittadini;

-    Artea Studio, che ha messo a disposizione  le competenze per assicurare al processo in corso una metodologia veramente partecipativa;

-    il Network di InnovatoriPA che, con la sua rete di oltre 1.300 iscritti,  contribuisce ad arricchire il dibattito e il confronto nonché, tramite i partner più attivi, quali Flavia Marzano e Gianluigi Cogo, a sostenere direttamente l’organizzazione delle inziative.

 

La costruzione di una visione condivisa

Il processo di elaborazione del Manifesto ha già registrato momenti importanti di lavoro e di condivisione di idee e proposte: lo scorso 6 febbraio a Venezia nel corso della prima riunione con alcune amministrazioni locali (Venezia, Monza, Parma, Reggio Emilia, Trieste e Udine) è scaturito un programma di lavoro che poi è stato ripreso e approfondito nell'ambito di un incontro  organizzato all'interno dell'ultimo FORUM PA e a cui hanno partecipato circa 70 persone tra esperti, amministratori pubblici e aziende. Sia gli incontri sia la collaborazione on line sono gestiti seguendo una metodologia per favorire la più ampia partecipazione nell'elaborazione del Manifesto.

 

I tempi e gli obiettivi

La definizione del Manifesto proseguirà, alternando diversi momenti di lavoro, fino a Maggio 2010, quando sarà presentato alla XXI edizione di FORUM PA. Obiettivo generale è la creazione di un momento istituzionale di confronto fra le proposte che scaturiscono dal documento e la parte istituzionale deputata a prendere iniziative in merito. Un meccanismo simile a quello recentemente adottato a livello europeo in vista della conferenza ministeriale che definirà le priorità europee nel campo dell'e-government e che si terrà i prossimi 19 e 20 novembre. Obiettivo puntuale dell'iniziativa è invece la diffusione e l'adozione del Manifesto da parte delle amministrazioni locali italiane, quale strumento di riferimento comune per la promozione di una pubblica amministrazione digitale dalla pate dei cittadini.

 

Fino a FORUM PA 2010

  • Condivisione del Manifesto. La versione attuale del Manifesto è ora on line in modalità di visione pubblica. Il documento sarà pubblicizzato usando i network a disposizione dei diversi attori coinvolti (newsletter FORUM PA e Formez, InnovatoriPA, etc.)
  • Implementazione on line. Già da ora è possibile commentare i materiali e proporre implementazioni iscrivendosi al Wiki.
  • Approfondimenti. Nel periodo che va da ottobre al prossimo  gennaio  il Manifesto sarà presentato nelle occasioni pubbliche (Barcamp, convegni) in cui sarà possibile approfondirne item specifici. Incontri dedicati saranno inoltre organizzati dai diversi attori coinvolti nell'iniziativa.
  • Adesione. Nel periodo che va da ottobre al prossimo aprile il Manifesto sarà pubblicizzato tra gli enti locali al fine di raccogliere adesioni al Club di Amministrare 2.0 quale raggruppamento di enti che decidono di fare propri i principi del Manifesto.  
  • Valutazione. A marzo 2010 il Manifesto sarà sottoposto a valutazione pubblica
  • Stesura. Ad Aprile 2010 si procederà alla stesura della prima versione stabile del Manifesto, la 1.0, e del Documento di Supporto che ne descriverà i diversi item.
  • Presentazione. A Maggio 2010, nell'ambito di FORUM PA, il Manifesto e il Documento di supporto saranno presentati e messi a disposizione dei soggetti istituzionali di riferimento. In quella occasione si deciderà come procedere nell'ulteriore implementazione del documento e nella sua diffusione.

 

 

 

Parlano di noi:

 

Lancio AdnKronos 

 

demotopia.net

 

Pan European eParticipation Network (PEP-NET)

 

 

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